Mirò, sogno e colore

La mostra MIRÓ! Sogno e colore vuole raccontare il codice artistico del genio spagnolo: una rassegna esaustiva della sua opera che lasciò un segno inconfondibile nell’ambito delle avanguardie europee.

130 Opere tra cui 100 oli di sorprendente bellezza e di grande formato raccontano a Bologna la sua storia che si intreccia con quella variopinta e fascinosa dell’isola di Maiorca dove Miró visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Qui concretizzò il suo grande desiderio, ovvero di poter creare in un ampio spazio tutto suo, uno studio dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.

Jean Mirò, Untitled 3

Joan Miró Untitled, 1977 Oil and charcoal on canvas, 100×80,5 cm
© Successió Miró by SIAE 2017, Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca © Joan Ramón Bonet & David Bonet

E da dopo la sua morte, proprio a Maiorca, la Fondazione Pilar i Joan Miró – da dove provengono tutte le opere in mostra – custodisce una collezione donata dall’artista e da sua moglie che conta 5000 pezzi e che conserva ancora (nel bianco edificio inondato di luce sospeso nel verde che era il suo studio) pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati.
Lo studio – che Miró aveva tanto desiderato – è ricostruito scenograficamente all’interno degli spazi di Palazzo Albergati.

Sogno e colore di Miró, la sua interiorità e il modo di pensare, il profondo attaccamento alle sue radici e identità, la continua ricerca di novità: queste le chiavi per comprendere capolavori come Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973) e Femme dans la rue (1973) oltre a schizzi – tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University – tutti provenienti da Palma di Maiorca, tutti esposti a Bologna per raccontare la sperimentazione ricercata da Miró all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo.

Il percorso, cronologico e tematico allo stesso tempo, presenta la produzione degli ultimi trent’anni della vita di Miró: un periodo indissolubilmente legato alla “sua” isola dove, negli anni Sessanta e Settanta, si dedica a temi prediletti come donne, paesaggi e uccelli accanto a paesaggi monocromi e ai lavori – quelli degli ultimi anni – fatti con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; e ancora le sculture, frutto delle sperimentazioni che fece con diversi materiali, collage, “dipinti-oggetto” che col passare degli anni traggono ispirazione da ciò che l’artista collezionò che altrimenti – come egli stesso scrisse – “sarebbero cose morte, da museo”.

Fino al 17 settembre 2017
www.palazzoalbergati.com