Gorgonzola & cocktail a Milano
Da giovedì 1 a sabato 3 febbraio, 7 mixologist milanesi, tra i più in voga del momento, hanno accettato la sfida proposta dal Consorzio per la tutela del Formaggio Gorgonzola di abbinare al formaggio erborinato più amato al mondo altrettanti cocktail.
Le creazioni proposte da ciascun locale, alcune create per l’occasione altre rivisitate, sono per la precisone due: una abbinata al Gorgonzola Dolce Dop e l’altra pensata per accompagnare le note più decise del Gorgonzola Piccante Dop. A chi sceglierà uno dei cocktail proposti, saranno offerti in degustazione gratuita finger food a base delle due varianti di Gorgonzola Dop creati sempre per l’occasione dagli chef dei rispettivi locali. All’interno dei locali sarà presente un corner del Consorzio Gorgonzola con ricettari e gadget in omaggio per tutti.
L’iniziativa del Consorzio Gorgonzola ha coinvolto sette locali milanesi di riferimento nel mondo dell’alta mixology, ma con una proposta food altrettanto creativa e di qualità. Dislocati in diverse zone della città, si va dal Bulk, il nuovo cocktail bar di Giancarlo Morelli all’interno dell’Hotel VIU Milan, al Ceresio 7 dello chef Elio Sironi e del mixologist Guglielmo Miriello, entrambi in zona Sarpi-Monumentale; dalla suggestiva terrazza del Globe che domina Piazza 5 Giornate e vede al bancone Daniele Sedicina, al sempre frequentatissimo Jazz Cafè in corso Sempione con le creazioni di Nicco Marino; la zona dei Navigli è presidiata dal Rebelot che vede al bancone il mixologist Nicola Onorato e in cucina Matteo Monti, e dall‘Iter, il nuovo cocktail bar fusion con le proposte internazionali di Idris Conti; infine la zona Garibaldi è rappresentata dal The Stage – Octavius con lo chef Fabrizio Albini e tutta la bar crew ad animare il locale di Piazza Gae Aulenti.
I frequentatori dei locali potranno divertirsi a condividere sui social l’abbinamento preferito usando l’hashtag ufficiale #zolaecocktail.
IL GORGONZOLA, PRODOTTO D.O.P.
La qualità e l’autenticità del GORGONZOLA, inserito nella lista dei prodotti D.O.P. dal 1996, sono assicurate da una severa legislazione che definisce la zona geografica per la raccolta del latte e la stagionatura, oltre agli standard di produzione. Forse non tutti sanno che solo il latte degli allevamenti bovini delle provincie di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Varese, Verbano-Cusio-Ossola e il territorio di Casale Monferrato può essere utilizzato per produrre il gorgonzola conferendogli la denominazione d’origine protetta.
Ogni forma di gorgonzola deve essere marchiata all’origine e riportare sempre l’indicazione del caseificio in cui è stata prodotta. Perché possa essere venduto come tale, il gorgonzola D.O.P. deve essere avvolto in fogli di alluminio recanti la “g” del Consorzio senza la quale il formaggio semplicemente non è gorgonzola.
CONSORZIO
Il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola è stato creato nel 1970 ed ha sede a Novara. È un ente senza fini di lucro che raggruppa 37 caseifici che rappresentano il 100% della produzione globale.
NUMERI
Il Gorgonzola è il 3° formaggio di latte vaccino per importanza nel panorama dei formaggi DOP italiani, dopo i due grana. 720 milioni di euro circa è il volume d’affari del gorgonzola al consumo oggi. 4.732.715 forme è stata la produzione globale di Gorgonzola Dop (Dolce e Piccante) nel 2017. La tipologia “Piccante”, con le sue 518.099 forme prodotte nel 2017, dato in costante crescita, rappresenta l’11% della produzione totale. 37 aziende associate e 1.800 aziende agricole sono dedicate alla produzione di Gorgonzola nella zona consortile. 16 le province, distribuite tra Piemonte e Lombardia, che costituiscono la zona consortile. In Italia le vendite si suddividono per il 65% al nord-ovest, 19% nel nord-est, 9% nel sud e nelle isole e il 7% al centro. Circa un terzo della produzione è destinato all’esportazione, prevalentemente nell’Unione Europea (con la Germania e la Francia che assorbono più del 50% dell’esportazione totale), ma anche negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone, paese in cui il consumo di formaggi italiani è in forte crescita.
ORIGINI
Il formaggio gorgonzola prende il nome dall’omonima cittadina alle porte di Milano. La sua data di nascita non è certa, come accade per molti alimenti tradizionali, ma si fa risalire al Medioevo, intorno all’anno 1007, più di 11 secoli fa. Inizialmente si chiamava “stracchino di gorgonzola” con riferimento alle vacche “stracche”, ovvero stanche dopo la transumanza dalle zone alpine della Valsassina alla zona pianeggiante di Gorgonzola. Quest’area, grazie alle particolari condizioni climatiche e all’efficiente sistema di irrigazione, presentava pascoli stabili e foraggi di ottima qualità che favorivano la produzione di molto latte, ingrediente primario e indispensabile per produrre formaggio.
La produzione del gorgonzola comincia ad estendersi di pari passo con la canalizzazione delle risorse idriche e la costruzione dei navigli, completati intorno al 1500, nelle aree del Milanese, del Lodigiano e del Pavese. In questo modo il formaggio poteva essere velocemente trasportato a Milano, insieme agli altri prodotti alimentari, dove il commercio era più fiorente soprattutto in occasione delle fiere. Un’ulteriore condizione geografica favorevole del territorio era rappresentata dalle grotte naturali della Valsassina perfette per la maturazione del gorgonzola anche nei mesi estivi durante i quali solitamente la lavorazione si interrompeva.
Col tempo nel nome rimane solo la parola “gorgonzola” e l’area di produzione si estende alla zona a cavallo tra Lombardia e Piemonte che comprende le provincie di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e il territorio di Casale Monferrato per il Piemonte; Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Varese per la Lombardia. Solo il latte appena munto degli allevamenti di queste province può oggi essere utilizzato per produrre il gorgonzola conferendogli la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).
Vera svolta nella produzione del gorgonzola e dei formaggi in generale si ha nel 1860 con le prime strutture di stagionatura. Per volere dell’allora Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio vengono messi a punto, infatti, interventi per migliorare le competenze tecniche degli operatori e, di conseguenza, il livello tecnico-produttivo. Nel caso del gorgonzola questo significa essenzialmente la stagionatura nelle celle frigorifere.
Oggi come allora il latte di altissima qualità insieme alla sana produzione dei foraggi, all’elevato standard igienico delle stalle nei territori consortili e all’accurato procedimento tuttora manuale sono la premessa per la realizzazione di un prodotto dell’eccellenza italiana, espressione di una tradizione antichissima fatta di sapori sinceri e genuini. Ecco perché si dice che l’unico segreto del gorgonzola è quello di non avere segreti.
PRODUZIONE
Anche nella grande industria nazionale il procedimento di produzione del gorgonzola prevede ancora un forte intervento manuale. Il formaggio si ottiene utilizzando esclusivamente latte vaccino intero pastorizzato cui si aggiungono fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. A coagulazione avvenuta la cagliata viene sistemata nei fassiroli, o fascere, in quantità di circa 15 kg per ogni forma e viene lasciata riposare per permettere la perdita di siero. Successivamente le forme vengono girate e marchiate su entrambe le facce con il numero identificativo del caseificio di produzione. Quindi vengono spostate in celle, dette “purgatorio“, con una temperatura di 18/24°C, dove le forme vengono salate manualmente. Dopo 3 settimane circa di stagionatura, in celle frigorifere a 2/7° C, con umidità del 85/99%, ha luogo la foratura con grossi aghi metallici che permette all’aria di entrare nella pasta, sviluppare le colture già innestate nella cagliata e dare così vita alle inconfondibili venature blu/verdi del gorgonzola. A stagionatura ultimata, dopo circa 2 mesi, le forme vengono tagliate e ciascuna parte viene avvolta in alluminio riportante l’inconfondibile g in rilievo del Consorzio, unica garanzia di qualità dove C sta ad indicare il Consorzio e G si riferisce al formaggio gorgonzola. Senza il numero del caseificio d’origine, i marchi del Consorzio e l’alluminio in rilievo, infatti, il formaggio non è gorgonzola.
CARATTERISTICHE
Il gorgonzola è un formaggio molle a pasta cruda che appartiene alla famiglia degli “erborinati” (da “erborin”, che in dialetto milanese vuol dire prezzemolo) ovvero di quei formaggi che presentano le tipiche striature verdi date, non dall’utilizzo del prezzemolo, bensì dalla formazione di muffe. Altri “erborinati” famosi sono il Castelmagno della provincia di Cuneo, il Blu del Moncenisio, lo Stilton inglese e il Roquefort francese. Occorre circa un quintale di latte per ottenere una forma del peso di circa 12 kg.
DOLCE O PICCANTE
Il gorgonzola del tipo piccante, si differenzia, oltre che per il gusto forte e deciso più simile al “roquefort” francese o allo “stilton” inglese, per le venature blu/verdi più accentuate e per la pasta più consistente e friabile. Il gorgonzola piccante prevede un periodo di stagionatura più lungo e durante la lavorazione vengono innestate colture di penicilli differenti. Questo tipo di gorgonzola, detto anche “gorgonzola del nonno” o “antico” perché consumato maggiormente in passato, rappresenta oggi circa l 11,27% della produzione nazionale.
CURIOSITÀ E LEGGENDE
Durante la seconda guerra mondiale Winston Churchill fece segnare la cittadina di Gorgonzola con un cerchietto rosso sulle carte per evitare che venisse bombardata in quanto produttrice del formaggio di cui era ghiotto. Negli anni ’40 i quotidiani dell’epoca riportavano che l’italianissimo gorgonzola era il formaggio più consumato nel ristorante della Camera dei Comuni di Londra.
Il gorgonzola ha anche un Santo protettore, San Lucio, il cui culto cominciò nell’800 quando i formaggiai offrivano al santo una lira in cambio della sua benevolenza. Al santo fu anche dedicato un grande quadro nella Chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, proprio vicino al grande mercato del Verziere dove il formaggio era tra i generi più contrattati e, tra questi, il gorgonzola era il Re. Con lo spostamento del mercato il culto scemò restando comunque attivo fino ad oltre il 1960.
Le più celebri leggende sulla nascita del gorgonzola sono due e la fanno risalire una alla sbadataggine, l’altra all’amore. Nel primo caso si racconta che un mandriano si concesse una sosta in quel di Gorgonzola e, avendo dimenticato l’attrezzatura per lavorare il latte destinato a diventare crescenza o quartirolo, lasciò la cagliata in un recipiente riservandosi di unirla a quella del giorno dopo per poi lavorare il tutto con gli attrezzi recuperati. Tuttavia l’unione delle due “paste” di consistenza diversa provocò il passaggio dell’aria negli interstizi e di conseguenza la diffusione delle muffe. Nacque così il gorgonzola. Stesso copione nella storia più romantica in cui il protagonista non è un mandriano, bensì un giovane casaro sbadato per amore.
Info
https://www.facebook.com/consorziogorgonzola
https://www.instagram.com/gorgonzoladop/
L’evento milanese si svolge a partire dalle 18.00 circa secondo le modalità dell’aperitivo di ciascun locale.
L’ingresso è libero e la prenotazione, non obbligatoria, va eventualmente fatta contattando direttamente i locali aderenti.
Consorzio per la tutela del formaggio gorgonzola
Via A. Costa, 5/c – 28100 Novara
www.gorgonzola.com