Forestbathing: un bagno di natura

I giapponesi lo chiamano Shinrin-yoku, in inglese viene tradotto con Forest bathing ed è una pratica di benessere sempre più diffusa anche in Italia. Molto più di una semplice passeggiata tra i boschi, ma molto meno difficile di quello che sembra, il bagno nella foresta  è una pratica che trae benessere dal potere terapeutico della natura.

Soprattutto in questa stagione autunnale appena iniziata, quando stress e depressione sono maggiormente in agguato, un’immersione nel bosco può restituire a fisico e mente il relax e la forza di cui abbiamo bisogno per una naturale rigenerazione.

In Giappone lo Shinrin-yoku è considerato una vera e propria medicina preventiva, sin dagli anni ’80, tanto che i medici lo prescrivono come terapia ai propri pazienti.

Foglie e legno degli alberi hanno, infatti, un forte impatto sul nostro corpo grazie agli oli essenziali e aromatici che rilasciano nell’atmosfera, senza tenere conto dell’ossigenazione dei tessuti che possiamo ottenere anche con una breve passeggiata nella natura.
Il primo effetto positivo è un abbassamento della pressione arteriosa quasi immediato, osservato soprattutto su soggetti ipertesi. Si abbassano poi i livelli di cortisolo (ormone collegato allo stress), diminuisce la frequenza cardiaca, scendono i livelli di zucchero nel sangue e aumenta una naturale sensazione di relax e calma interiore.

forestbathing

Gli esperti consigliano un forest bathing di 3-4 ore al giorno per 3 giorni consecutivi, coprendo una distanza complessiva di almeno 5 chilometri quotidiani al ritmo che preferite (non è necessario correre, ma nemmeno sostare troppo a lungo nello stesso posto).

Per tutta la durata del “bagno” è bene respirare profondamente e in modo controllato (come avviene per la meditazione o lo yoga), possibilmente in silenzio, cercando di concentrarsi sui colori, gli odori e i suoni del bosco.
Per un’esperienza ancora più completa potete toccare o anche abbracciare gli alberi, per assorbirne l’energia.

Il luogo ideale è un bosco incontaminato, con un’ampia varietà di alberi, meglio se faggi, per le loro proprietà specifiche, e meglio durante le stagioni intermedie (primavera e autunno) in cui si osservano anche i cambiamenti maggiori nel foliage.

 

DOVE FARE FOREST BATHING IN ITALIA

Oasi Zegna a Bielmonte (BI) nel parco naturale del Piemonte: prettamente adibita a questa attività, con il “Bosco del sorriso”, l’oasi dispone di 3 sentieri per effettuare il Forest Bathing, un’esperienza aperta al pubblico da giugno 2015. Il periodo migliore è  da giugno a settembre (periodo di massima foliazione dei faggi); i benefici maggiori si ottengono con una passeggiata di  4 ore nel bosco (per almeno 5 km di camminata) alternando passeggiate a soste lungo i sentieri. Uno specifico studio (effettuato dall’eco-designer Marco Nieri  e dall’agronomo Marco Mencagli ) sulla vegetazione dell’Alta Valsessera ha dimostrato scientificamente che la faggeta dell’Oasi Zegna ha una elevata capacità di rilascio di sostanze volatili dal fogliame, i monoterpeni, efficaci nello stimolare positivamente le difese immunitarie.
In questo periodo è anche possibile assistere al foliage d’autunno con passeggiate con guide naturalistiche ed esperti di bioenergetica.

Parco nazionale del Gran Paradiso: a fondovalle gli alberi più frequenti sono i larici, gli abeti rossi, i pini cembri e, più raramente, l’abete bianco.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: qui il paesaggio vegetale predominante è costituito dalle foreste di faggio che occupano più del 60% dell’intera superficie del Parco.

Parco Nazionale del Circeo: il piano arboreo dominante della zona marittima è costituito dalla farnia, con frassino ossifillo, ontano nero e qualche esemplare di pioppo tremulo. La vegetazione delle aree asciutte, invece, è caratterizzata soprattutto dalla presenza dei cerri, associati al farnetto e alla farnia.

Parco nazionale dello Stelvio: abeti rossi, qualche esemplare bianco, larici e pino cembro sono gli abitanti di queste foreste.

Foresta Umbra – Parco Nazionale del Gargano: la Foresta Umbra offre un’enorme varietà di alberi, ma su tutti prevale il faggio, presente in modo massiccio, soprattutto nella zona alta, mentre in quella intermedia predominano cerri e querce e in quella bassa sono presenti molti lecci.

Appennino parmense: a soli 15 chilometri da Parma, troviamo boschi di querce, faggi e castagni.

Valle Isarco, Alto Adige/Südtirol: intorno al Lago naturale di Flötscher Weiher, nel cuore della Valle, i protagonisti sono i tronchi alti e sottili dei profumatissimi pini silvestri.

Parco Naturale Fanes – Sennes –Braies, Alto Adige/Südtirol: una meta ambitissima per la ricchezza di vegetazione e pace degli ambienti. Qui le foreste sono composte da pino mugo, larice, abete rosso, e un sottobosco di mirtilli e rododendri.

 

Photo Credits: www.oasizegna.com