L’armonia di Bellavista Brut 2012 dedicato alla scala di Milano

Bellavista ha presentato presso il Ristorante di Carlo Cracco il millesimo Brut 2012 dedicato alla Prima d’Opera del Teatro alla Scala che il 7 di dicembre vedrà in scena Andrea Chénier di Umberto Giordano.

Un’occasione speciale per ascoltare le parole di Vittorio Moretti, Francesca Moretti e Mattia Vezzola, tra la celebrazione della passione di famiglia, la lirica appunto, e l’indagine di uno spumante raffinato e affasciante, come il luogo e l’arte a cui è dedicato.

Il Brut 2012, nato da un’annata insolita che ha visto la neve sul prospicente Monte Alto sino al 10 del mese di maggio e quindi un lungo periodo di siccità (35 giorni), è stato caratterizzato da un raccolto celere (9 giorni) che ha saputo attendere la perfetta maturazione delle uve, con un’eccellente integrità organolettica e una splendida freschezza del frutto. Il risultato nei nostri bicchieri è lampante: un vino luminoso e vibrante, dotato di un finissimo perlage, suadente tra note di pasticceria, miele d’acacia e frutta. In evoluzione sprigiona aromi speziati e una complessità sorprendente. L’identità di questo splendido Franciacorta è testimoniata anche dall’assaggio del 2011, più morbido e rotondo del 2012, ma dotato delle medesime linee distintive: eleganza, equilibrio e grande personalità.

Non che ce fosse bisogno, ma ancora una volta Mattia Vezzola ha dimostrato tutta la sua maestria in un’arte, questa volta tutta enoica, che distingue “chi fa vino” da “chi crea vino”. La sua cuvée è semplicemente da applausi.

E come da tradizione Bellavista dedica l’intero millesimo al Teatro alla Scala affidando la creatività del packaging all’ispirazione della Prima d’Opera che riporta quest’anno all’attenzione del pubblico la figura di Andrea Chénier, poeta della Rivoluzione francese realmente esistito.

Ultimo dei classici e primo dei romantici, Chénier ha fatto dei caffè parigini il luogo iconico capace di favorire la libera espressione delle idee generando nuove immagini del futuro. A questi luoghi fisici, che vivono anche in virtù di un “ottimo bicchiere di vino” o di una vista meritevole, è dedicato il “visual” scelto da Bellavista per questa speciale selezione di vendemmia. I colori e le forme evocano le vetrate del Caffè Procope, tuttora esistente a Parigi. Attraverso i tasti di un piano immaginario e le forme di un violoncello, si riporta l’attenzione sul mondo della musica che per Bellavista è da sempre motivo d’ispirazione e condivisione di un mondo che dà spazio al sentimento. La frase “La poesia è libertà”, racchiusa nella bellissima forma di un piano, è sintesi di un solo, luminoso, messaggio: la creazione è un momento poetico che non può vivere imbrigliato o irrigidito in regole ripetitive.

La creazione è fondamentalmente libera e per librarsi ha bisogno di una componente poetica e di una spontaneità che genera futuro. “Dedicare un vino alla Scala è un onore ma anche una grande responsabilità perché La Scala è il luogo dove tutto è perfetto. Lo diceva Maria Callas e lo può facilmente notare chiunque: all’interno di questo teatro tutto è fatto al meglio e si riconosce ovunque la qualità, l’attenzione ai dettagli e alle sfumature, la tradizione e la cultura che sottendono ogni scelta. Per questo abbiamo voluto dedicare alla Scala ogni Millesimo Brut di Bellavista, per noi l’irripetibile incontro tra lo stile aziendale e la migliore espressione della vendemmia”. Con queste parole Francesca Moretti, AD del gruppo Terra Moretti Vino, racconta l’impegno di Bellavista a fianco dell’Ente lirico universalmente riconosciuto quale massimo esponente della musica operistica. Dal 2004 Bellavista è a fianco del Teatro alla Scala sostenendo con la propria partnership l’incanto di un mondo coinvolgente, pieno di fascino e ricco di melodia infinita. “La Scala merita il sostegno e la considerazione di noi Italiani” prosegue Francesca “perché ad ogni stagione tiene vivo, modernizzandolo, uno dei prodotti più sofisticati dell’ingegno umano, il Melodramma italiano, ritenuto dai più importanti musicologi del mondo un vero e proprio Patrimonio dell’Umanità”.

Nota a margine del pranzo milanese sicuramente le proposte culinarie di Carlo Cracco: nonostante le recenti vicende connesse alla perdita della seconda stella e all’imminente chiusura in Via Victor Hugo, ci è sembrato in gran forma. In particolare il suo Astice blu in doppia cottura, bietola, cavolfiore e burro alla cannella, proposto in abbinamento al Brut 2012, ha ostentato una linearità gustativa ideale: un piatto di grande raffinatezza, ampio e suadente, con una nota fumé caratterizzante e perfetta.