L’autenticità originaria del Primitivo, in chiave inedita e moderna, di Sessantanni 2014, e le intriganti note floreali di Edda 2016 hanno convinto il pubblico di appassionati e giornalisti che si sono dati appuntamento in Puglia (sabato 20 maggio – Borgo Egnazia) per scoprire le due anteprime di Cantine San Marzano.
Recupero e tutela dell’alberello alla base della nascita del progetto Sessantanni Primitivo di Manduria DOP, bandiera aziendale al centro della degustazione con la nuova annata 2014, insieme a tre precedenti (2006, 2009 e 2011).
“L’idea – come ha spiegato lo stesso Presidente – si è concretizzata con il rilevamento di un vigneto di 20 ettari con viti ad alberello di oltre sessant’anni di età, altrimenti destinate all’abbandono, negli anni ribattezzato Valle del Sessantanni”.
Il vigneto è sito a San Marzano di San Giuseppe in suoli di terre rosse residuali, a tessitura fine, con generoso substrato calcareo e radi affioramenti rocciosi e con un’intensa presenza di ossidi di ferro che conferiscono la nota e riconosciuta tinta rossa.
Accanto al successo consolidato di Sessantanni, si sta facendo largo il bianco top di San Marzano: Edda Bianco Salento IGP 2016, alla sua terza annata.
“Una sfida continua capace di farci misurare con un terroir senza tradizione per i bianchi”, ha detto il Direttore Mauro di Maggio, legato particolarmente alla nascita di questa etichetta. “Edda – ha spiegato il Direttore – è il sogno di mio padre, Mario di Maggio, storico socio viticultore della cantina: quello cioè di produrre un grande bianco in una terra da sempre casa di grandi rossi. Mio padre ha sempre amato passeggiare tra i vigneti alla ricerca di varietà autoctone a bacca bianca meno conosciute. Questo gli ha permesso di recuperare vecchie cultivar, come il Minutolo, il Moscatello Selvatico o la Passulara, che oggi ritroviamo, unite alle uve di Chardonnay, in un vino ‘senza ricetta’: aromatico, elegante, fresco, delicato e minerale”.
Un vino che nasce in un vigneto di 6 ettari, a Monteparano, in provincia di Taranto (azienda Li Marini), in terreni costieri di medio impasto, tendenzialmente sabbiosi, poco profondi a tessitura media fine e ben strutturati; molto ossigenati e drenati, con prevalenza di scheletro di origine tufacea, ricco di minerali.
Un piccolo focus è stato poi dedicato a Masseria Samia, un gioiello architettonico risalente al XVI-XVII secolo sito in località Torre Ovo, a due passi dal Mar Ionio, ora in fase di restauro. Qui nascerà un vero e proprio “giardino mediterraneo”, con un vigneto sperimentale, per la riscoperta di vecchie varietà autoctone in via di estinzione, oltre a un frutteto, uliveto e flora mediterranea, per un percorso nella biodiversità pugliese, in quel patrimonio genetico dimenticato negli ultimi decenni.
Un progetto agronomico e culturale che ben rappresenta l’idea di futuro di Cantine San Marzano: una ricerca costante basata sulla condivisione di conoscenza e bellezza.