Jaguar i-Pace, pura emozione elettrica

Un sibilo, un fruscio, l’aria che si muove e comincia a turbinare mentre 880kg di alluminio ti sfrecciano davanti solcando strade che hai imparato ad amare in pomeriggi passati davanti al televisori o abbarbicato alle reti metalliche lungo il circuito.

La FormulaE, il campionato mondiale riservato a monoposto a ruote scoperte giunto ormai alla terza stagione, è quella della definitiva consacrazione visto che le forze in campo sono quasi al completo con Audi, Renault, Mahindra, Virgin DS Citroen, Jaguar Panasonic Racing (alla sua prima stagione) come costruttori storici più Andretti, NextEv China Racing, Techeetah, Faraday a competere e lo sponsor BMW a fornire auto di servizio e pacecar ovvero le maggiori potenze mondiali dell’automobilismo che partecipano con l’obbiettivo dichiarato di portare la motorizzazione elettrica nella vita di ognuno di noi.

Stando alle parole di Ian Callum, dal 1999 designer delle auto Jaguar e in precedenza Ford, TWR e Aston Martin, in poco più di 20 anni un terzo delle auto circolanti saranno full electric ovvero emissioni zero con funzionamento esclusivo a batteria, una rivoluzione copernicana del nostro modo di intendere la mobilità.

Tanti conoscono Elon Musk e la sua Tesla, prima auto full electric a far breccia nei cuori degli appassionati di motori per il suo concetto radicale di abbandono del motore a combustione ma è ovvio che l’ingresso di case automobilistiche tradizionali in questo settore è la prerogativa per far diventare davvero reale la possibilità di muoversi senza l’uso di benzina. In questo quadro, in un mercato dove a parte il buon successo di Toyota con le ibride ci sono solo BMW e Renault con prodotti alla portata dei consumatori l’arrivo di Jaguar promette di cambiare gli equilibri e di avviare un processo importante di accettazione di questo concetto di mobilità del futuro. Nel 2018 è previsto, infatti, l’arrivo sul mercato della iPace ovvero un SUV sportivo completamente elettrico che porterà su strada molta della tecnologia che abbiamo visto all’opera sul circuito di Montecarlo in una delle gare più affascinanti di questo giovane campionato.

Sulla iPace troveranno spazio due motori elettrici Jaguar di stretta derivazione racing, uno per ogni assale di ruote e ciascuno capace di 200kW, tanto basta per rendere l’auto un mostro di prestazioni con ripresa 0-100Km/h sotto i 4 secondi e velocità di punta oltre i 250, prestazioni possibili altrimenti solo con sportive di alto livello e cilindrata con motori a combustione. La differenza di erogazione dei motori elettrici è il principale fattore che può spostare il favore del mercato verso queste auto dalle emissioni zero ma dalle prestazioni eccezionali, dei bolidi affidabili concreti e emozionanti alla portata (quasi) di tutti.

Con una coppia istantanea di 700 Nm, i due motori elettrici della iPace insieme producono l’equivalente di 400 CV di potenza in una berlina 5 posti full-size con bagagliaio posteriore da 530 litri più un bagagliaio anteriore di 36 litri (al posto del motore sotto il cofano) le cui dimensioni complessive sono 4680 mm (Lu) x 1560 mm (Al) x 1890 mm (La): la iPace, il cui prototipo appare spesso sui circuiti del campionato, è quindi un SUV sportivo con dimensioni generose che la pongono sul livello della F-Pace sempre di casa Jaguar e per guardare ai concorrenti diretti, alla Audi Q5, BMW X5 e altri best seller di categoria.

Particolare cura viene posta all’autonomia della vettura, da sempre il tallone di Achille di questi motori, che dovrebbe andare oltre i 500 km con tempo di ricarica del 80% delle batteria in 90 minuti presso le stazioni abilitate che saranno diffuse sul territorio nazionale in aggiunta alla rete già esistente costituita dai concessionari Jaguar Land Rover sparsi sul territorio.

Un’auto che dovrebbe far sparire l’ansia da ricarica che allontana molti automobilisti dallo scegliere elettrico. Una rivoluzione annunciata a livello normativo che dopo varie false partenze pare davvero arrivata a succedere davvero per le sempre più forti pressione normative in materia di emissioni che metteranno fuori gioco i motori diesel nei prossimi mesi che non possono essere competitivi a livello di prestazioni consumi e inquinamento con i modelli elettrici che usciranno: tanti scandali e problemi avvenuti nel settore come il diesel-gate sono a dimostrare come la tecnica motoristica sia arrivata ad un punto di non ritorno.

Il motore elettrico e la iPace e modelli simili possono quindi essere davvero il cigno nero dell’automotive? Un campionato come la Formula E sempre più capace di attirare glamour, VIP e sponsor di altissimo livello (Tag Heuer, Enel, Qualcomm, VISA, Allianz, Mumm) sta qui a dimostrare che un simile futuro non solo è possibile ma è anche attraente e già capace di scaldare cuori e anima del pubblico con l’atmosfera nel paddock e nelle lounge del gran premio di Montecarlo che non avevano niente da invidiare al rutilante circus della Formula 1, dove l’elettronica e i motori ibridi sono ormai entrati nel DNA tecnico del campionato. Tanto che viene naturale pensare a cosa succederà nei prossimi anni con una Formula 1 che diventerà sempre più “E” e una Formula E che rappresenterà un laboratorio permanente per le soluzioni di mobilità di avanguardia per il nostro pianeta.

Di certo un campionato di cui sentirete sempre più parlare anche in Italia (dove è già possibile seguirlo in TV su Rai Sport HD) perché è stata annunciata recentemente nel calendario 2018 la prima e-race italiana, addirittura a Roma (metà aprile) dove per anni si è discusso inutilmente di un circuito cittadino di formula1.

Un’impresa dalla forte portata simbolica e storica: se la formula E riuscirà nell’impresa di elettrificare la città eterna portando l’e-circus nella capitale potremmo davvero assistere alla nascita di un pezzo di futuro del nostro paese e della sua nuova mobilità elettrica che vedrà di certo Jaguar tra i protagonisti forte anche del fatto che Roma è stata per anni una delle città simbolo del successo delle auto con il grande felino sul cofano.